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Vogliamo il voto, non il televoto



Chiunque abbia ancora a cuore la democrazia in Italia deve impegnarsi a combattere il voto elettronico come se fosse l'ultima linea di difesa. Il passaggio di un atto del genere equivarrebbe, senza esagerazioni, alla fine del sistema democratico, che già si regge in piedi con difficoltà.

Ci sono diversi ordini di ragioni. Il primo è che si sottovaluta che i dati personali siano oggi la principale fonte di guadagno dei potentati economici, che grazie al loro potere decidono in maniera determinante dei destini dei popoli. I padroni del vapore non sono più quelli di cinquant'anni fa, e sono molto più forti. Non è la Ford a decidere nulla, ma BlackRock.


Il secondo è che un processo del genere è, per ovvie ragioni, maggiormente soggetto a manipolazioni.

Ma il terzo e più importante è che la democrazia è qualcosa di sostanziale, non un atto da esercitare scrollando un telefono come se si rispondesse a un sondaggio. Se una persona non vota perché le pesa uscire di casa per votare, quella persona non deve votare (ricordo che esistono già tutti i sistemi per permettere a chi sia impossibilitato a recarsi al seggio, di votare comunque). Il voto, in democrazia, è l'atto più importante e non può essere derubricato; sarebbe come se in Chiesa si desse la comunione virtualmente, prendendo da soli un'ostia che si tiene in frigorifero mentre il prete la benedice a distanza. Con il voto elettronico, il voto diventa un televoto: un sondaggio di opinione, un'azione di marketing, una preferenza tirata dall'ultima moda.

Molti risponderanno che la gente vota sempre meno, e non solo in Italia, e così invece si garantisce che più persone votino. Però è la solita risposta superficiale, che attacca il sintomo e non la patologia. Perché la gente vota sempre meno? Perché è annoiata e non ha voglia di camminare fino al seggio? Perché l'italiano ha scarso senso civico, pensa solo agli affari suoi, qualunquismo, familismo amorale ecc. ecc.? Oppure perché il cittadino sente sempre più che sul piano pratico il suo voto è ininfluente?


Se davvero volete salvare la democrazia, restituite al processo democratico e al voto, concreto, la possibilità di incidere. Infatti la democrazia non la vogliono salvare, vogliono combatterla, tanto quanto la libertà di espressione.


Maurizio Cocco (12 luglio 2021)

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