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Prigionieri di un sistema kafkiano




Una persona a me molto vicina ha, probabilmente, avuto il covid nella sua variante delta. Dico probabilmente perché il tampone è arrivato dieci giorni dopo i sintomi e questo dovrebbe fare capire in che mani siamo. Il medico di famiglia non visita il paziente, si limita a segnalare il caso, poi si entra in un sistema che forse si ricorda di te, forse no, forse ti contatta, forse no. Ogni tanto leggiamo sui media affermazioni stravaganti - così a braccio ricordo mesi fa De Luca e recentemente Temussi - sul fatto che si ricoverino asintomatici, però quando tocchi con mano capisci cosa significa: dato che la persona sospetta positiva, o positiva asintomatica, viene lasciata sola, i parenti, se spaventati o se la persona è molto anziana, la portano in ospedale e di fronte a un caso accertato si procede al ricovero.


Non esiste alcun supporto, non esiste alcuna attenzione: solo una macchina che poi comincia a muoversi per cercare di fare un tracciamento a strascico, che costa un sacco di soldi ma non è mai servito a nulla. Quegli stessi soldi che continuano a dirci che "non ci sono". Le tre T che erano il tormentone della scorsa estate sono sparite dal linguaggio mediatico (non dico dal dibattito pubblico perché questo non esiste più da tanto). Di fronte a questa impreparazione non dobbiamo dimenticare che sono passati 18 mesi. La scusa del "ci ha preso di sorpresa" è bella che superata, l'emergenza è diventata la normalità. Nonostante ciò non è cambiato nulla, casomai è peggiorata la patologia sociale che spinge a svuotare l'oceano col cucchiaino.


Di fronte a tutto ciò io mi chiedo come davvero molti non capiscano come le maschere, il coprifuoco, il lasciapassare siano solo degli odiosi stratagemmi che servono per scaricare sulle persone le inadempienze e il kafkismo del sistema. Sono un populista, quindi ritengo che la responsabilità individuale conti: ma questa responsabilità individuale è soffocata nella rete che è stata creata ad hoc per cercare ogni volta un capro espiatorio. Un anno esatto fa erano i nomask, ora i novax (grande fantasia nei nomi, non c'è che dire): ma la dinamica è identica. Si è fatto credere a un popolo che girare con una mascherina qualsiasi, vecchia, manipolata, toccata, all'aria aperta fosse in qualche modo utile. Le filippiche contro i "novax" sono le stesse che contro i "nomask", o le avete già dimenticate? Se tutti mettessero la mascherina non ci sarebbe più il covid! E così se tutti, ma proprio tutti, fossero vaccinati sarebbe tutto finito!


Però, ovvietà delle ovvietà (ma in un anno e mezzo l'ovvio si è trasformato in rivoluzionario) tutto il mondo è Paese e quello che stiamo vedendo in altri Paesi accadrà anche qui. Solo degli illusi possono credere il contrario e non importa quanto il mondo mediatico costruirà i suoi scenari, la realtà alla fine viene a galla. Questo "ultimo miglio" sarà ancora una volta il penultimo e per capire che l'aria è questa basta rendersi conto che il 98% delle dosi consegnate in Italia sono state utilizzate: significa che non esiste alcuna emergenza novax. Sono disposto a scommettere dei soldi con chi vorrà: l'Italia sarà il Paese più vaccinato dell'area UE. Non basta e non basterà, quindi. Restrizioni, limitazioni, richieste continueranno a prolungarsi per un tempo che ancora non ci è noto. Mi chiedo che mi diranno quegli amici che sempre più spesso mi dicono "ho fatto tutto ciò che mi hanno chiesto, ora basta". Sono tecniche manipolatorie rodate che funzionano benissimo. Il capro espiatorio, l'ultimo sforzo, e intanto chi governa passa attraverso la crisi illeso. In 18 mesi nessuno ha mai messo in discussione il ministro Speranza, che sarebbe come se il governo italiano non si fosse dimesso dopo Caporetto.


Non penso di essere più intelligente dell'orso Yoghi, ma ho studiato abbastanza la storia e la società umana per capire dal principio che le "due settimane" fossero una cazzata. I fenomeni storici e sociali sono come automobili potenti: quando premi l'acceleratore prendono velocità e prima di esaurire quella spinta e fermarsi ci vogliono tempi lunghi. Non so per quanto ancora tutto questo andrà avanti, perché, sempre forte di quella conoscenza, ogni fenomeno che sconvolge la vita di intere società appare a chi lo vive come senza fine, ma prima o poi finisce. Certo, quando finisce si lascia una eredità e su quale questa sarà c'è ragione di cominciare ad avere paura, o almeno diffidenza.


Salvo enormi sconvolgimenti futuri, questo è l'ultimo post che scrivo sulla vicenda covid. Chi vuole capire ha capito, chi continua a restare imprigionato nelle maglie della propaganda che serve a scagionare il potere dalle sue responsabilità per scaricarle magari su un novantenne che non vuole vaccinarsi, ma che accetta qualsiasi sia il suo destino, non penso ne uscirebbe in ogni caso. Sono sicuro che fra qualche anno tante persone si pentiranno, almeno nel loro confessionale, di avere sostenuto posizioni di una violenza discriminatoria che era per noi, e fortunatamente, fino a oggi inaudita. Chi davvero pensa che ci sia qualcosa di scientifico quando sull'argomento vengono pubblicati più di 1.000 paper al giorno ha perso completamente la bussola nel cuore dell'oceano e quindi solo il Creatore può salvarlo. Rispettando la mia formazione da storico, io aspetto che il tempo passi, tanto nel quotidiano nulla si risolve.


Maurizio Cocco (13 agosto 2021)

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