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La biologia come ideologia (ricordando Lewontin)



Spiegava il genetista e biologo statunitense Richard Lewontin nel suo testo Biologia come ideologia: «La progressiva riduzione del tasso di mortalità non è stata una conseguenza, per esempio, delle misure igieniche moderne poiché le malattie che rappresentavano i principali flagelli nel secolo scorso erano quelle respiratorie e non quelle trasmesse con l’acqua. Non è chiaro se il semplice affollamento avesse molto a che fare con il processo, dal momento che alcune zone delle nostre città sono almeno altrettanto affollate quanto lo erano alla metà dell’Ottocento. Per quel che se ne può dire, la diminuzione, nel secolo XIX, dei tassi di mortalità in seguito a malattie infettive è una conseguenza del generale miglioramento della nutrizione ed è connessa a un aumento dei salari effettivi».


La continua volontà di portare lo scontro su un piano orizzontale, aizzando i cittadini gli uni contro gli altri, sulla base di diversi schieramenti ideologici (sì: l'esasperazione delle attuali posizioni è ideologia e non ha più nulla a che vedere con la scienza o la statistica) nasconde l'intento di sterilizzare lo scontro verticale. Una tattica antica e certo non originale, ma che da quasi due anni si è rinnovata, ricorrendo a un vessillo nuovo, utilizzando un archetipo potente: la morte.

Rispetto al quale l'uomo moderno trema, con più paviditá e angoscia che in altri tempi, perché ogni spinta e ogni movimento morale, di costume e persino spirituale ha avuto il fine di rimuovere questo esito e di lasciare l'individuo totalmente scoperto e impreparato nell'affrontarlo.


La Scienza ha promesso cure, longevità e salvezza, ma non esiste un Taumaturgo metafisico che agisca in orgoglioso isolamento rispetto ai poteri che devono fornirgli i mezzi per garantire di «mantenere poi quel che promise allor». Non esiste un Taumaturgo astratto, che si traduca nel concetto altrettanto astratto di "comunità scientifica", che sia sciolto e indipendente da altri e più forti poteri che non solo gli forniscano i mezzi, ma che gli indichino chiaramente i fini. E queste forze sovvenzionatrici sono quelle che hanno progressivamente smontato lo Stato sociale (sanità, tutele giuslavoristiche, previdenza sociale), sono quelle che hanno progressivamente, inesorabilmente, destrutturato il sistema scolastico.


Ben prima della pandemia, d'altronde, la speranza di vita degli italiani si era già drasticamente ridotta; circa un lustro fa si diffondeva la notizia di 12 milioni di Italiani che rinunciavano alle cure per questioni economiche. Questo è lo scenario conclamato e consolidato, rispetto al quale, con approccio totalmente illogico e ingenuo, tanti sono portati a credere che l'obbligo di trattamento sanitario possa avere finalità salvifiche e tutelanti per il miglior interesse dei cittadini.


Non esiste il Taumaturgo, non esiste La Comunità Scientifica: quella scienza che trova ribalta mediatica, oggi non è che la manifestazione della classe egemone, elitista, antidemocratica che trasfigura la sua azione in provvidenziale intervento salvifico a favore dei ceti subalterni, insultati come ignoranti e beoti perché osano rifiutarlo o avanzare dubbi sulla sua efficacia.


Federica Poddighe (5 settembre 2021)

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