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In memoria di un vero scienziato



Il 13 agosto del 1865, moriva il Dott. Ignac Semmelweis, la cui sorprendente scoperta salvò tante donne che, fino ad allora, morivano, dopo il parto, di febbre puerperale. Nel 1845 Semmelweis lavorava nell'ospedale di Vienna e aveva notato che tale febbre, male di cui fino ad allora si ignoravano le cause e di cui non si conosceva la cura, uccideva una percentuale altissima delle donne che vi partorivano.


Semmelweis si rese conto che l'infezione che la provocava sembrava avere la stessa natura di quella che uccideva i chirurghi che si ferivano esaminando i cadaveri o operando i pazienti infetti. Notò, infatti, che se chi visitava la puerpera veniva da una sala operatoria dove si era svolta un'autopsia o aveva precedentemente visitato un'altra paziente infetta, poteva trasmettere alla degente successiva il male mortale. Banalmente - diremmo noi oggi - la causa della febbre puerperale era qualcosa che il medico stesso "trasportava" da un malato all'altro, attraverso le sue mani.


Quello stesso anno il giovane medico propose di usare sempre una soluzione di cloro per disinfettare le mani di studenti e professori. La reazione dei ginecologi, però, fu tra l'urtato e il sarcastico: la proposta apparve inutile, malgrado le evidenze empiriche: Semmelweis in un solo anno riuscì a ridurre in misura eclatante le morti.


Semmelweis condivise la sua scoperta e i suoi risultati con alcune eminenti personalità della medicina viennese. Costoro, di fronte alle sorprendenti evidenze del loro ex allievo, cercarono in tutti i modi di far conoscere al mondo scientifico la scoperta. Inutilmente: i più grandi ginecologi dell'epoca considerarono l'ipotesi di Semmelweis alla stregua di un vaneggiamento. L'ostilità contro quel giovane e geniale medico fu tale che venne allontanato dalla clinica dove aveva ottenuto le prove lampanti della correttezza della sua intuizione.


A ciò seguirono anni di ostracismo, e, conseguentemente, migliaia di morti di giovani donne, che avrebbero potuto essere evitate con la banale pratica della disinfezione delle mani di medici e chirurghi. La salute mentale di Semmelweis ne fu ovviamente e comprensibilmente compromessa, finché, sempre più amareggiato ed emarginato, perse la ragione e morì in manicomio.


Pochi anni dopo, con la nascita della batteriologia grazie a Pasteur, si riconobbe al povero Semmelweis la genialità della sua intuizione.


In questa ricorrenza della sua terribile e assurda morte, ricordiamo il medico a cui, oggi, anche noi figli dell'era del Covid, con la nostra attenzione alla detersione e disinfezione delle mani, dobbiamo tanto.


Nella speranza che dai fatti straordinari e terribili del suo vissuto di medico e di uomo, si possa imparare qualcosa di più anche sulla "comunità scientifica", sulla negazione delle evidenze empiriche, sullo spregio della sorte di malati e pazienti di fronte alla difesa del proprio pregiudizio e del compiacimento per la posizione o la fama acquisite.


Federica Poddighe (13 agosto 2021)

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