Da uno studio condotto dalla Confederazione Generale Italiana dell'Artigianato (CGIA) di Mestre è emerso che le micro e piccole imprese italiane con meno di 5 milioni di euro di fatturato (quelle, per intenderci, costituite prevalentemente da artigiani, piccoli commercianti e partite Iva) hanno versato all'erario nel 2019 oltre 21 miliardi di euro di tasse in più rispetto alle web company presenti in Italia. I colossi del settore del WebSoft con le loro aggregate, infatti, pur registrando un giro d’affari di 7,8 miliardi di euro in Italia hanno versato al nostro fisco solo 154 milioni di euro. Il cosiddetto "popolo delle partite Iva" con un giro di affari e fatturato decisamente più contenuto, ha corrisposto un importo di circa 140 volte superiore al gettito versato dalle multinazionali del web.
Lo studio della Cgia precisa che, in Italia, il livello medio di tassazione delle compagnie big tech si attesta al 32,1 per cento, mentre "nelle nostre piccolissime realtà si aggira attorno al 60 per cento". Sostanzialmente, micro imprese e P.Iva versano imposte al fisco in misura doppia rispetto a quanto fatto dalle big tech, che pure raggiungono fatturati a nove cifre, espinenzialmente maggiori di quelli di piccoli imprenditori/esercenti e autonomi.
Questi dati devono spingere ad alcune riflessioni:
- che senso hanno le proposte estemporanee di "ridistribuzione della ricchezza" con patrimoniali e/o tasse di successione una tantum, in un Paese con così profonda sperequazione fiscale tra il nerbo del tessuto produttivo e le multinazionali straniere?
- che impatto avrà sull'erario il disastro che si è abbattuto su micro imprese/autonomi con la pandemia? Quando per oltre un anno queste realtà sono state impossibilitate a lavorare e produrre, peraltro a tutto vantaggio di buona parte delle grandi web company?
- non ha, infine, profondamente stancato la retorica spinta sull'evasione fiscale dei più piccoli, sugli scontrini mancati di bar e negozi, cavalcata da certa politica e fatta propria da troppi dipendenti pubblici e privati?
Federica Poddighe (6 giugno 2021)
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