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Cittadini-pazienti trasparenti per corridoi digitali




«Prescrizione elettronica, cartella clinica elettronica, identità elettronica del paziente controllata dalle principali società tecnologiche statunitensi. Ad ogni costo, Spahn e Co. stanno trasformando la privacy del paziente in un modello fuori produzione e stanno preparando onnipresenti controlli sanitari digitali. La coalizione semaforo sembra voler continuare dal punto in cui si è fermata quella nero-rossa, con l'ex liberale FDP». Questo il sommario di un interessante e documentato articolo dell'economista tedesco Norbert Häring. Articolo che parla della Germania, ma in fondo anche della più generale prospettiva dell'Unione Europea in materia di dati sanitari: anche perciò crediamo utile proporlo ai nostri lettori.



Le aziende governative e tecnologiche ci trasformano in pazienti trasparenti da guidare attraverso la vita su un corridoio digitale


Tutto ciò ch'io vedrò e ascolterò nell'esercizio della mia professione, o anche al di fuori della professione nei miei contatti con gli uomini, e che non dev'essere riferito ad altri, lo tacerò considerando la cosa segreta. (Ippocrate, 400 a.C.)


I lavori sono in corso e dovrebbero essere completati in pochi anni, al punto che tutti i nostri dati sanitari e tutte le nostre interazioni con il settore sanitario convergeranno in un database centralizzato. Secondo la normativa attuale, continuiamo a mantenere il pieno controllo su chi è autorizzato ad accedere ai nostri dati - e a quali dati - in questo database altamente sensibile, ma chiunque creda che le cose resteranno così è parecchio ingenuo. In questo campo il procedimento tipico è il seguente: anzitutto vengono creati il database e l'infrastruttura di dati. Per placare la resistenza dei difensori della privacy e della popolazione vengono date presunte salvaguardie mediante leggi ordinarie, o anche solo dichiarazioni, che garantiscano a tutti di non diventare cittadini - o, in questo caso, pazienti - "trasparenti". Ma una volta che l'infrastruttura è creata e il database viene riempito, si inizia gradualmente a lavorarne i backup. Così è stato per il codice fiscale, che, contrariamente a tutte le promesse, è ormai diventato l'identificativo centrale del cittadino a tutti gli effetti: il risultato è un mega-database statale con tutti i dati ufficiali dei cittadini, e ci sono molti altri esempi di questo approccio.

Il fatto che resti la "volontarietà" del trasferimento dei dati, come garantito dalla cartella clinica elettronica, non costituisce una salvaguardia efficace. Perché è fin troppo facile forzarla e falsarla. Se le compagnie di assicurazione sanitaria offrono tariffe speciali per le persone che divulgano determinati dati, coloro che non lo fanno possono diventare rapidamente clienti ad alto rischio, non assicurabili o molto costosi. E ci sono molti modi in cui la volontarietà può essere inficiata. Un esempio attuale: la direzione delle aziende chiede ai dipendenti di indicare il loro stato di vaccinazione in modo che le persone non vaccinate possano essere escluse dagli eventi 2G. Le informazioni sono espressamente volontarie, ma richieste di questo tipo comportano anche che tutti coloro che non forniscono le informazioni siano automaticamente classificati come non vaccinati, con gli svantaggi che ciò comporta.



Presto potranno entrare solo i sani

Durante la pandemia di coronavirus, con un supporto significativo, a volte anche su istigazione di aziende tecnologiche come Microsoft o delle fondazioni aziendali della Silicon Valley e di Wall Street, è stata creata un'infrastruttura completa di controllo degli accessi a quasi tutte le strutture e i mezzi di trasporto pubblici e privati, laddove le persone si riuniscono. Ciò in molti luoghi avviene ancora per via analogica, ma in alcuni centri e a Berlino funziona solo attraverso la certificazione vaccinale digitale, per la quale un'iniziativa in collaborazione fra aziende e fondazioni ha svolto in anticipo il lavoro di standardizzazione globale. Le linee guida dell'OMS per il registro digitale delle vaccinazioni hanno avuto finanziamenti dalla Fondazione Gates e dalla Fondazione Rockefeller.


L'infrastruttura del certificato vaccinale sarà verosimilmente aperta a ulteriori dati sanitari ma anche a dati che vanno oltre il sistema sanitario, ad esempio in fatto di attraversamento delle frontiere. Sulla scia dell'era delle pandemie, la cartella clinica elettronica sarà prima o poi collegata ai registri delle vaccinazioni e alle infrastrutture per i loro controlli. Il governo austriaco ha già cercato di introdurre queste misure nel maggio 2021 con un progetto di legge.

È facile discutere sul significato dell'avverbio "volontariamente" se di fatto sei costretto a divulgare i dati del tuo database sanitario elettronico per salire su un treno, sull'aereo, per entrare in una sala eventi o eventualmente anche in un ristorante o al bar. Il gruppo Thales - che si occupa di difesa e tecnologia dell'informazione - ha descritto i passaporti di vaccinazione digitali come un'impresa pionieristica per le certificazioni di identità universali e digitali mobili. E il governo tedesco vuole lavorare – in coordinamento con il World Economic Forum – su un tale "ecosistema di identità digitale".



Normalizzazione dei controlli all'accesso


Al momento, la cosiddetta "coalizione semaforo" sta lavorando a una legge che consenta tali controlli di accesso ovunque con segnale 2G e 3G anche in tempi normali. Ciò rende l'uso di dati sanitari elettronici per il controllo degli accessi un caso potenzialmente normale. Si può indovinare quali possibilità di sorveglianza e monitoraggio si aprano. Leggendo, ad esempio, di come l'industria farmaceutica provi a ridurre la protezione dei dati nella cartella informata del paziente, un minimo di sfiducia sarà sufficiente per suscitare l'orrore, date le possibilità che un tale database offre:

Nell'assistenza sanitaria israeliana, l'orologio digitale ha un ritmo diverso. Il paese fa affidamento sui big data da due decenni. I dati sanitari dei circa otto milioni di abitanti sono registrati centralmente, valutati e collegati tra loro. Ciò ha effetti concreti sulla salute delle persone: ad esempio, l'organizzazione sanitaria Maccabi utilizza un algoritmo che riconosce le persone con un aumentato rischio di cancro del colon retto in base ai dati dei loro pazienti e a determinati valori. (Lì) c'è una nota nella scheda sanitaria personale che avvisa i medici dei pazienti ad alto rischio. Possono quindi invitare l'interessato a un esame preventivo al fine di intervenire preventivamente nella migliore delle ipotesi.

E se l'interessato non si presenterà volontariamente ad ogni controllo, si vedrà involontariamente addebitato un contributo assicurativo molto più alto. Oppure, se non si precipiterà volontariamente e prontamente a sottoporsi a tutte le vaccinazioni raccomandate, non gli sarà più permesso salire sull'aereo o sul treno fino a quando non avrà volontariamente recuperato la vaccinazione. Di questi tempi non occorre troppa immaginazione per applicare questo esempio in modo spaventoso e purtroppo realistico.



Potrebbero arrivare Tizio, Caio e la polizia di tutta Europa

Poiché questa è l'Europa, dove il libero flusso di dati e merci è una priorità assoluta, tutti i medici e gli assicuratori, reali o presunti, come anche molti altri, potranno avere accesso ai nostri dati fino agli angoli più remoti dell'UE. Il rischio di uso improprio, di fughe di dati e attacchi hacker sono enormi. Molti degli oltre 100.000 studi medici, spesso di piccole dimensioni, sono collegati al sistema e spesso preferiscono la praticità alla sicurezza, offrendo così agli haker una vasta gamma di opzioni di accesso. E una volta che i nostri dati sanitari saranno stati messi online o venduti alle parti interessate, non sarà più possibile ritirarli. Ci si chiede se ne valga la pena, ma Microsoft e la Bertelsmann Stiftung lo vogliono, e solo questo sembra contare.



Libero flusso di dati sanitari

In sede di elaborazione del regolamento generale sulla protezione dei dati, sono già state prese in considerazione le misure per garantire che la libera circolazione dei dati sanitari digitali non sia ostacolata. L'articolo 1, paragrafo 2, della legge GDPR stabilisce che la libera circolazione dei dati personali nell'Unione non può essere limitata o vietata. L'articolo 9, paragrafo 1, vieta la raccolta e il trattamento di determinati dati sensibili, compresi i dati biometrici per l'identificazione univoca e i dati sanitari, ma con le eccezioni di cui al paragrafo 2: il consenso volontario e il trattamento "per garantire elevati standard di qualità e sicurezza nell'assistenza sanitaria".

Inoltre, prima o poi potrebbero arrivare le autorità di contrasto e i servizi segreti di tutta Europa. Più prima che poi, se dovesse andare in porto il previsto regolamento sulla e-Evidence della Commissione europea, finalizzato a regolamentare la divulgazione dei dati memorizzati elettronicamente alle autorità inquirenti di altri Stati dell'UE.


Klaus Reinhardt [in foto], presidente dell'Associazione medica tedesca, ha recentemente avvertito:


I medici non potevano essere sicuri che le autorità di altri paesi dell'UE sarebbero intervenute sulla base di questo cosiddetto regolamento sulla e-Evidence e avrebbero avuto accesso ai dati dei pazienti. Ciò è assolutamente inaccettabile per quanto riguarda la tutela del segreto professionale. Abbiamo quindi scritto al ministero federale della Giustizia e richiamato l'attenzione su questo problema. Possiamo vedere dalle prime reazioni che sembra esserci consapevolezza del problema. Speriamo che questo sviluppo possa essere fermato.

Tutti i dati sul cellulare


La società di proprietà federale Gematik ha recentemente deciso di implementare la cosiddetta infrastruttura telematica 2.0 nel sistema sanitario entro la fine del 2025. Nella variante 1.0, già introdotta, le carte chip vengono utilizzate per l'identificazione. Nella versione 2.0, le "identità elettroniche (e-ID)" devono essere utilizzate da medici e pazienti. Si parla di un accesso opzionale, ma vediamo nell'online banking quanto sia facile costringere tutti a effettuarlo, rendendo le opzioni diverse dai dispositivi di monitoraggio con funzione di chiamata (smartphone) scomode e costose, per poi eliminarle completamente per "motivi di protezione dei dati" o per la presunta mancanza di domanda.

In un documento programmatico di Gematik del dicembre 2020, l'obiettivo dell'infrastruttura telematica 2.0 è così descritto: «Creare le condizioni per un e-ID uniforme per tutte le applicazioni del sistema sanitario tedesco al fine di consentire processi di assistenza inter-applicativi mediante identificazione unica». Bundesdruckerei [azienda produttrice di documenti e dispositivi per l'identificazione sicura, con sede a Berlino, NdT] descrive come questi e-ID potrebbero essere realizzati:

Molto probabilmente, lo smartphone giocherà un ruolo centrale. In ogni caso, offre un'infrastruttura che ora è aperta alla maggioranza delle persone. (...) Il progetto di finanziamento VEGA del Ministero federale della Salute dimostra che gli assicurati possono identificarsi e autenticarsi in modo sicuro e intuitivo per le applicazioni mediche tramite una tessera sanitaria elettronica derivata dal secure element di uno smartphone. Un altro approccio interessante si chiama Fast IDentity Online (FIDO). Qui, un protocollo implementa l'autenticazione, staccata dall'identificazione. Il valore aggiunto: FIDO è standardizzato a livello globale. I grandi attori come Apple, Google e Microsoft possono di conseguenza implementarne la tecnologia nei loro sistemi.

Sembra che il percorso sia già stato impostato perché l'infrastruttura per la salute e il controllo dell'identità ad ogni ingresso - appena creata con i passaporti vaccinali digitali su smartphone - possa ad un certo punto essere estesa anche ad altri dati sanitari idonei. Non è chiaro chi dovrebbe essere felice che Apple, Google e Microsoft in futuro possano svolgere anche un ruolo dominante nel "mercato" dei dati sanitari europei (cioè i dati più sensibili degli europei) e possano combinare i loro famigerati disastri. Ad eccezione delle aziende che ci guadagnano, ovviamente. Ma solo queste ultime sembrano essere importanti. Non sarei sorpreso se i consorzi per e-ID con aziende come Mastercard e Visa fossero alla fine approvati come "fornitori di servizi affidabili" per determinare le identità nel sistema sanitario tedesco. Né è del tutto irrilevante chi gestisce l'infrastruttura telematica, ovvero Arvato Systems, che appartiene al Gruppo Bertelsmann:

Nell'ambito di una gara d'appalto a livello europeo, Arvato Systems si è aggiudicata ancora una volta l'appalto di Gematik (Gesellschaft für Telematikanwendungen der Gesundheitskarte mbH) per la gestione, la manutenzione e l'ulteriore sviluppo dell'infrastruttura telematica centrale (TI) per il settore sanitario. Il Gruppo Bertelsmann, specialista in tecnologie dell'informazione, e Gematik continueranno quindi la loro collaborazione di lunga data per almeno altri otto anni.

Questo è interessante e importante, perché aiuta a spiegare l'entusiasmo di chi è al potere per la digitalizzazione a tutti i costi dei nostri dati sanitari nonostante tutta la resistenza opposta dai medici e dalla popolazione. L'influente Fondazione Bertelsmann si batte da molti anni per questa digitalizzazione, con intensità ed esentasse. Ecco un esempio risalente a poco prima che il contratto fosse assegnato alla controllata Bertelsmann Arvato Systems. La Bertelsmann Stiftung aveva preparato uno studio comparativo internazionale in cui scriveva:

Salute digitale: la Germania è in ritardo. Le cartelle cliniche elettroniche dei pazienti prevengono pericolose interazioni farmacologiche, la telemedicina collega medico e paziente ovunque si trovino, le app sanitarie potenziano i malati cronici. Tutto questo sarebbe possibile in Germania, ma il progresso digitale non è sufficientemente popolare tra i pazienti.

Così, mentre le fondazioni affiliate alla società sono autorizzate a fare pressioni per gli interessi commerciali del gruppo, esentasse, noi pensiamo ancora che la corruzione sia un problema nei paesi del sud e dell'est.



IBM produce l'ePA, il certificato di vaccinazione elettronica e la prescrizione elettronica

Alla fine del 2019, il gigante informatico statunitense IBM è stato incaricato da diverse compagnie di assicurazione sanitaria di sviluppare una cartella clinica elettronica (ePA) o una cartella sanitaria elettronica (eGA) per i rispettivi assicurati, fra i quali si conta gran parte della popolazione tedesca. Ciò si rivela assai pratico, perché IBM ha anche ricevuto l'incarico per il certificato di vaccinazione digitale dal Ministero Federale della Salute. La fusione [tra il certificato vaccinale e l'ePA, NdT] prevista per l'inizio del prossimo anno è quindi tecnicamente e organizzativamente più compatibile. Gematik ha inoltre assegnato il contratto per lo sviluppo e il funzionamento del servizio specialistico di prescrizione elettronica a un consorzio guidato da IBM.


Il ministro della Salute denigra i critici

Molti medici hanno preferito accettare la riduzione dell'onorario decretata dal Ministro della Salute e rifiutare la digitalizzazione piuttosto che accettare la gestione permissiva del segreto medico che i politici vogliono imporre loro. E il Ministro Spahn li saluta in questo modo:

Ci sono medici che hanno un incredibile desiderio di digitalizzazione, e poi ci sono quelli per i quali tutto questo è troppo faticoso, troppo veloce e troppo costoso. (...) Se non facciamo in fretta, lo faranno i giganti tecnologici statunitensi. E poi i pazienti verranno negli ambulatori con la loro cartella Apple e diranno che vogliono memorizzare lì i loro dati. Non è quello che voglio.

Fate attenzione. Per garantire che i giganti dell'informatica americani non diventino dominanti per ciò che riguarda la digitalizzazione dei dati sanitari, Spahn ha gli ordini per le cartelle cliniche elettroniche, i registri di vaccinazione digitali e le prescrizioni elettroniche tutti assegnati al gigante informatico americano IBM, mentre Bundesdruckerei è entusiasta di un sistema standardizzato a livello globale che consenta ad Apple, Google e Microsoft di implementarne la tecnologia nei loro sistemi. I medici critici di certo non lo capiscono subito, probabilmente perché sono pigri e magari anche un po' stupidi...



Dove ci porterà tutto ciò...

Chi vuol sapere dove andrà la politica sanitaria, deve ascoltare o leggere Bill Gates. Già a gennaio, Bill e Melinda Gates hanno giurato al mondo un regime permanente di sorveglianza delle pandemie nella lettera annuale della loro potente fondazione:

Non sappiamo quando scoppierà la prossima pandemia o se sarà un'influenza, un coronavirus o una nuova malattia che non abbiamo mai visto prima. (...) La minaccia della prossima pandemia aleggia sempre sulle nostre teste, a meno che il mondo non prenda provvedimenti per prevenirla. (...) La preparazione alla pandemia deve essere presa sul serio quanto una minaccia di guerra. Sono fiducioso che durante la prossima pandemia avremo le cosiddette mega-piattaforme diagnostiche che ci permetteranno di testare fino al 20% della popolazione mondiale ogni settimana.

Se si va in giro a testare qualunque cosa, la prossima potenziale pandemia di cui avere paura e per cui farsi prendere dal panico non sarà mai lontana. O, nelle parole di Gates, "il mondo ha anche bisogno di capacità sul campo che monitorino costantemente gli agenti patogeni preoccupanti e possano essere immediatamente mobilitate quando necessario".


Il messaggio ha immediatamente raggiunto la leadership dell'UE. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha avvertito all'inizio di quest'anno di una prossima "era di pandemie" e ha annunciato la creazione di una nuova autorità - dal bellissimo nome: Hera - che riconoscerà le future pandemie e coordinerà la lotta ad esse. Ma coordinerà anche la distribuzione di grandi quantità di denaro a società private, perché il cuore di Hera dovrebbe essere la collaborazione fra istituzioni pubbliche e imprese. Ora, l'8 novembre, Gates ha riaffermato la propria filosofia su test e controllo di massa, e ha rincarato la dose: tutte le pandemie devono essere fermate prima che i virus possano diffondersi ampiamente. Per fare questo, il sistema di sorveglianza deve essere portato a un nuovo livello, con test molto economici che possono essere utilizzati per testare centinaia di milioni o miliardi di persone in breve tempo. Ora si dovrebbe dare priorità allo sviluppo di vaccini a mRNA che proteggano contemporaneamente da diversi coronavirus o varianti, influenza e altre malattie infettive. Questo ha lo scopo di vaccinare "intere popolazioni".


Se combiniamo test onnipresenti e un vaccino universale contro tutti i virus dannosi, otterremo un regime uguale all'attuale regime pandemico, ma a lungo termine. Chiunque abbia il vaccino miracoloso iniettato nella versione aggiornata e possa documentarlo con una vaccinazione digitale o un certificato sanitario, potrà andare ovunque e fare tutto dopo un esame appropriato. Gli altri saranno ancora autorizzati a sedersi da soli su una panchina del parco. Le informazioni sui controlli di accesso vengono memorizzate centralmente e consentono quindi di creare un profilo di movimento dell'intera popolazione connessa.

Chiunque ora ritenga questa una teoria cospirativa eccessivamente forte dovrebbe opporvisi come ha fatto il primo ministro sassone Michael Kretschmer nel maggio 2020: L'affermazione secondo cui coloro che non vengono vaccinati perderanno i loro diritti fondamentali è assurda e maliziosa. Confrontiamoci insieme con le fake news e le teorie del complotto.



... e da dove proviene

Anche dopo che la pandemia si è placata, il controllo e la supervisione più autoritari dei cittadini e delle loro attività sono rimasti e si sono persino intensificati (...) I cittadini hanno volontariamente ceduto parte della loro sovranità – e privacy – a Stati più paternalistici in cambio di maggiore sicurezza e stabilità. (Fondazione Rockefeller e Peter Schwartz, Lockstep Scenario,2010). In definitiva, avremo bisogno di un certificato per coloro che sono guariti o vaccinati, perché non vogliamo che le persone viaggino arbitrariamente in tutto il mondo dove ci sono paesi che purtroppo non lo hanno (il virus) sotto controllo. Non vorrai privare completamente queste persone dell'opportunità di viaggiare e tornare. Questo è il motivo per cui alla fine ci sarà una sorta di prova digitale dell'immunità che consentirà l'apertura globale delle frontiere. (Bill Gates, 24 marzo 2020)

È difficile da capire oggi, ma allora, poco dopo la proclamazione della pandemia, l'ultima frase sull'immunità digitale suonava talmente incredibile che Gates l'aveva fatta tagliare dal video.

La Fondazione Rockefeller ha proposto le seguenti misure nell'aprile 2020:

  • rendere la partecipazione alla vita sociale ed economica completamente dipendente dall'immunità o da prove negative dei test;

  • a ciò dovrebbe servire un numero di identificazione del paziente (globale) univoco per tutti, che fornisca informazioni sullo stato virale, anticorpale e vaccinale di ciascun cittadino e sia collegato ad altre banche dati, dagli elenchi di frequenza nelle scuole agli elenchi dei passeggeri e alla vendita dei biglietti;

  • riunire una varietà di fonti di dati, valutarle con potenti strumenti analitici e rimuovere le barriere esistenti alla raccolta dei dati per tali strumenti analitici.

Allora

Accetteremo gradualmente una sorveglianza assai maggiore. E alla fine non ci darà fastidio perché – per la maggior parte delle persone nella maggior parte delle situazioni – fa più bene che male. Significa (...) che i malati vengono scoperti prima che io salga su un aereo. (Peter Schwartz, Salesforce Manager e co-autore dello scenario Lockstep, agosto 2020)

Norbert Häring (10 novembre 2021)

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